Il turismo dentale se ne sente parlare sempre di più.
Quello del turismo dentale detto anche “low cost” è un fenomeno diffuso soprattutto sul web ed è ampiamente trattato dai media tradizionali.
Tra toni entusiastici e stroncature, trasmissioni televisive, articoli, forum e blog dibattono su questa questione del turismo dentale , e molti sono i pazienti che cercano e condividono info e pareri su questa soluzione.
Ma perché molti italiani scelgono di andare all’estero a farsi curare i propri denti?
La risposta è intuibile: prezzi e tempi inferiori rispetto a quelli proposti dai centri odontoiatrici italiani. Un vantaggio sembrerebbe, ma è davvero così?
Croazia,Romania, Albania perché qui il dentista è così low-cost?
Le cliniche all’estero che promettono soluzioni rapide a prezzi low-cost si sono in pochissimo tempo moltiplicate. In tanti casi vengono proposti veri e propri viaggi organizzati, con tanto pullman, alloggio, gita turistica nella zona e interprete per capire meglio la lingua. Il web è stato letteralmente invaso da annunci sponsorizzati, siti web, organizzazioni che promuovono e facilitano questo tipo di trasferte.
La promessa che accomuna tutti è sempre la stessa: prezzi inferiori rispetto a centri italiani.
Fondamentale perciò è capire dove si tagliano i costi e come delle cure dentarie.
Diverse sono sicuramente le condizioni fiscali, la gestione del centro e la tutela del paziente.
Una delle motivazioni del costo inferiore è in questi paesi le spese di gestione, ma soprattutto di adeguamento alle norme di sicurezza sono molto inferiori rispetto a quelle italiane. Inoltre, risulta inferiore anche il costo dei materiali impiegati a loro volta inferiore per via delle scarse normative che regolano in Italia questi tipi di materiali, quello delle attrezzature e gli anche e soprattutto lo stipendio dei collaboratori.
In tantissimi casi la certificazione ottenuta dai centri è meno stringente e così come le norme igienico e sanitarie.
Tutto questo fa sì che i prezzi proposti ai pazienti possano essere più bassi, ma questo a fronte di un servizio qualitativamente meno elevato, o comunque meno controllato e garantito rispetto a quello che si ha in Italia.
Secondo varie testimonianze, queste cliniche all’estero, seguirebbero un vero e proprio protocollo standard (è facilmente intuibile che non si può pretendere che possa andare bene lo stesso protocollo per pazienti totalmente differenti) nella cura dei pazienti, preferendo spesso la scorciatoia dell’estrazione a quella della cura conservativa ed evitando in questo modo terapie più complesse e lunghe, quali appunto il recupero dei propri denti naturali o complessi trattamenti parodontali. Ovviamente, in questo modo i tempi e i costi vengono abbassati, certamente, ma con una soluzione che va contro la salute e l’interesse a lungo termine del paziente.
E una volta tornati a casa dai centri odontoiatrici all’estero?
Le cliniche estere promettono la risoluzione delle problematiche in pochissime sedute. Sicuramente, il risparmio iniziale c’è, ma come è stato detto sopra è spesso legato a un servizio sbrigativo e qualitativamente meno tutelato. E poi, nel caso qualcosa non dovesse andare? Per visite e controlli futuri, il paziente dovrebbe ritornare all’estero, spendendo altri soldi con la speranza, spesso vana, di essere riassegnato al dentista che lo aveva seguito.
Oltre alla qualità della prestazione quello che viene messo in discussione è appunto il rapporto continuativo e di fiducia con il proprio dentista, trasformando invece questo servizio in un vera e propria catena di montaggio dove chi ne fa le spese è proprio il paziente.
Io mi sento di consigliarvi il mio centro odontoiatrico specialistico a Brindisi:
Dental Service in via Amena, 12, 72100 Brindisi.
Per info Dental Service 0831 182 4626